Intervista a Brett Jackson: “Ho progettato Dimensional con in mente solo Oculus Rift”
Grazie alla splendidamente coinvolgente tecnologia della Realtà Virtuale, stiamo riuscendo a vivere l’intrattenimento videoludico come mai prima d’ora; numerosi generi, calati nel buio con l’avanzare del tempo, stanno oggi brillando di nuova e radiosa luce, permettendoci di riscoprirli in vesti inaspettatamente deliziose. I puzzle game sono sicuramente tra questi, e, grazie a Dimensional, della Head Start Design, nato dalla brillante mente di Brett Jackson, abbiamo un’eclatante esempio. Quest’ultimo, sviluppatore dell’interessante titolo, ci ha concesso un’intervista che, senza ulteriori indugi, siamo lieti di condividere con voi:
Puoi descriverci il tuo titolo?
Dimensional è un puzzle game in prima persona fortemente incentrato sulla coinvolgente trama. Vi ritroverete in pericolose stanze nel tentativo di salvare una razza aliena. Questa non vuole essere un’esperienza passiva: dovrete percepire e agire proprio come se vi trovaste veramente lì, alzandovi, muovendovi in giro, manipolando oggetti e reagendo al pericolo.
Com’è nata l’idea per questo gioco?
E’ cresciuta mentre sperimentavo sulle soluzioni per la locomozione. Anche con l’Oculus DK2 io volevo permettere alle persone di camminare dei dintorni e muoversi con naturalezza perchè riesce a incrementare veramente assai la sensazione di essere presenti in un mondo virtuale. Volevo che le persone fossero in grado di vivere questo tipo di esperienza, quindi ho ideato un sistema che funziona con il room-scale o attraverso spazi di 1,2m x 50cm. Ho quindi provato a costruire un gioco intorno a ciò, ideando altre vie per tirar fuori il meglio da questa nuova tecnologia e far sì che i giocatori si sentissero immersi. Mettere i giocatori in un ambiente pericoloso, usare movimenti veri e reali, permettere loro di interagire con oggetti dalla fisica abilitata, usare il microfono per permettere ai personaggi di rispondere alla voce, questi sono alcuni dei miei approcci per incrementare l’immersione.
Puoi descriverci che tipo di sensazioni vivranno i giocatori attraverso il questo titolo?
Ho usato altezze, spazi angusti, strette sporgenze, oggetti pericolosi e molto altro per far sì che il giocatore si sentisse nervoso o in uno stato di apprensione riguardo la loro prossima mossa. Il pericolo stesso è richiesto al giocatore per riuscire ad avanzare, usando movimenti reali. Spero davvero che le persone possano gustarsi questa particolarità di dover seguire il loro istinto e reagire in modo naturale.
Come si è influenzato e modificato il tuo processo creativo con Oculus Rift?
Il mio gioco è sempre stato pensato per la VR e io ho sempre progettato il gioco con in mente solo Oculys Rift, come per il tracking da 360 gradi. Sapevo che ci sarebbe stato un microfono integrato, ed è stato acuto renderlo utilizzabile per influenzare i droidi in gioco con la propria voce.
Dimensional ha anche vinto il noto VRTGO
Che tecnica hai usato per creare un efficace senso di immersione nel giocatore?
L’abilità di muoversi e reagire in modo naturale, trasmettendo un senso innato di pericolo, l’abilità di interagire con oggetti fisici grazie al vostro droide Digby, rendere i robot reattivi alla vostra voce, considerare la reale altezza del giocatore. Tutto ciò che ho fatto nel gioco è un esperimento di come incrementare l’immersione. Ho provato a mettere il giocatore in numerosi tipi di situazioni differenti che possono essere avvicinate unicamente con la VR.
In quanto sviluppatore di giochi, quali sono le cose che puoi fare con la realtà virtuale che, altrimenti, non potresti fare?
Questo è il mio primo gioco, quindi ho esperienza unicamente con lo sviluppo in VR. I giochi in realtà virtuale sono basati sullo sperimentare qualcosa di nuovo piuttosto che limitarsi a giocare attraverso livelli e puzzle. Per me è una differenza fondamentale.
Dimensional, almeno sulla carta, sembra offrire un’esperienza davvero interessante e completa, capace di regalare nuova gloria a questo genere passato, per troppo tempo, in sordina.
Personalmente, i miei preferiti sono quelli in prima persona che permettono movimenti naturali.